Omicidio di Paolo Taormina: l'urlo degli studenti in strada a Palermo

Scritto il 17/10/2025
da agi

AGI - "È questo il futuro?". Un gruppo di studenti incede fino al teatro Massimo, vicino al luogo in cui è stato ucciso nella notte tra sabato e domenica il 21enne Paolo Taormina con un colpo di pistola alla testa, scandendo la domanda delle domande.

Si uniscono al corteo dei coetanei che si è già radunato dietro striscioni eloquenti: "Non sparate ai sogni. Basta sangue, vogliamo giustizia". "Le nostre vite contano". Viene urlato il nome di Paolo e quello dei tre giovani uccisi ancora a colpi di pistola a Monreale, ad aprile scorso.

"Ogni giovane ucciso è futuro rubato", gridano i circa duemila studenti che marciano lungo via Maqueda e nelle strade del centro, occupando uno spazio che balordi violenti, coetanei di questi ragazzi motivatissimi e determinati oggi in strada, tentano di fare proprio con i proiettili.

"È tempo di cambiare il sistema educativo", scrivono sui cartelli, cercando di fare capire ai 'grandi' che i blitz, gli eserciti e le forze dell'ordine non bastano. "Le pallottole volano e le istituzioni dormono", accusano altri. "Il sole non si spegne se gli spari", prova a dare coraggio uno striscione.

Ma al di la' delle parole ci sono le voci, gli sguardi, i corpi e le vite di questa valanga di emozioni e testarde ragioni in movimento. "Paolo dove sei", ripete ad alta voce un gruppo di loro. "Paolo siamo noi", rispondono tutti gli altri. E promettono, dopo questa ennesima manifestazione che arriva il giorno dopo il partecipatissimo funerale in cattedrale: "Non ci fermeremo" perché "le nostre vite contano".